LA CASINA PRESENTE AL “ GOZZO INTERNATIONAL MEETING”
SORRENTO 12 – 15 LUGLIO 2007
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SORRENTO 12 – 15 LUGLIO 2007
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Invitata dal Comitato organizzatore, la CASINA dei CAPITANI, è stata presente alla manifestazione con un proprio “Sdand Espositivo” il cui tema è stato dedicato all’ELETTRA” di MARCONI e, soprattutto al suo primo equipaggio sorrentino, e al suo primo Comandante Ammiraglio Raffaele LAURO di Meta, che prese in consegna lo Yacht in Inghilterra nel 1919 (Acquistato all’asta da Marconi per 21.000 Sterline - ex Roweska) rimanendo a bordo fino al 1929.
L'Ammiraglio LAUROBREVE BIOGRAFIA DEL COMANDANTE RAFFAELE LAURO
Raffaele Lauro nasce a Meta il 4 Febbraio 1877 e muore il 5/08/1959. Ufficiale della R.Marina, si ritirò dal servizio nel 1919 dopo aver comandato la corazzata GARIBALDI, l’Incrociatore SAN MARCO ed il pontone semovente ANTEO per il ricupero dei sommergibili che, per le numerose gru, antenne ed incastellature fu soprannominato RANCIOFELLONE. Era stato comandante di un gruppo di Torpediniere e quindi di una squadriglia di CC.TT. venendo insignito di tre medaglie al valor militare e di un’onorificenza francese. Lasciava il servizio attivo col grado di Capitano di Fregata, avendo avuto entrambe le gambe fratturate da un bombardamento aereo. Guarito dalle ferite, anelava riprendere il mare , essendo un uomo di mare e nato in una terra di gente di mare, per cui accettò ben volentieri l’offerta di comandare l’Elettra pervenutogli da Marconi che si era rivolto per consiglio al Grand’Ammiraglio Thaon de Revel che appunto aveva indicato a Marconi il nominativo di Raffaele Lauro. Fu lui che scelse, uno per uno, i componenti dell’equipaggio dell’Elettra, che ovviamente erano quasi tutti di Meta. Marconi era il proprietario dello Yacht, ma chi comandava su tutti a bordo era indubbiamente R. Lauro, Marconi compreso. Il Comandante, dovette una volta esercitare in pieno e con severità la propria autorità proprio nei confronti del Senatore-Scienziato, rinchiudendolo a chiave nella propria cabina: Ma ecco come viene raccontato l’episodio dal giornalista Guarino
(in una serie di articoli pubblicati sul ROMA poi ripresi sulla RIVIERA)
”Ritornavamo in Inghilterra. Partiti dalle Azzorre, ci venne addosso improvvisa la tempesta. Un vento tagliente da Ponente-Libeccio e ondate grigie, vere muraglie grigie, squassavano il fragile scafo. Marconi, che con qualunque tempo non soffriva il mal di mare, uscito in coperta dalla stazione radio, si dirigeva verso poppa. In quell’istante, una paurosa ondata investiva la nave che sbandava di una trentina di gradi proprio dal lato dove era Marconi. Mi precipitai dal ponte. Tutta la murata era sott’acqua e Marconi sommerso fino alla cintola si manteneva aggrappato alla ringhiera.: Un momento drammatico. Mi lancio, lo afferro e attendo che la nave si risollevi. Sembrarono secoli. Dopo, sostenendolo, lo accompagnai giù e, di scatto, gli gridai: mi faccia il piacere di non uscire più in coperta, con questo tempo! Anzi, per esserne ben sicuro, farò chiudere la sua porta a chiave! Marconi non disse una parola. Mogio, rassegnato, si cambiò e non uscì più. Poi, passato il fortunale, ritornò su e disse, brontolando, come un bambino crucciato: “E’ si: Me l’aveva detto Thaon de Revel che lei aveva un bel caratterino!. E Lauro : Senatò, ma pensa che accadeva se andava in mare ? E mi vede mentre annunciavo al mondo, proprio con la sua radio: attenzione, attenzione. Aggiu perduto a Marconi pa’ via”
Il Comandante Lauro era anche molto apprezzato da Marconi per le innumerevoli storie sul passato dei naviganti metesi e che amava raccontare nei momenti di relax al Senatore. Si ricorda l’episodio, che ogni volta facevano venire le lagrime agli occhi al Senatore riferito al Comandante Ferdinando Cafiero di Meta (proveniente dalla Marina Borbonica), episodio tratto dal libro “ Memorie di un Luogotenente di Vascello” del 1897 scritto da Jack La Bolina e che si riproduce qui sotto:
“ L’italiano di Ferdinando Cafiero era un napoletano a mala pena travestito, ricco di quei svariati pleonasmi vernacoli che lo rinforzano singolarmente. Con chiunque parlasse cominciava formalmente col lei, invariabilmente discendeva nel voi, per ultimare col tu. Gli austeri ammiragli di origine sarda avevano accettato la grammatica di lui in compenso del suo eccellente servizio. In quella squadretta dei “RR.Principi” (un gruppo di navi) Cafiero era stato Comandante del GOVERNOLO e vi aveva stretto un’amicizia di ferro col Principe Umberto di Savoia (poi Re Umberto). Questi, un giorno che Cafiero manovrava il GOVERNOLO, gli si mise accanto sul Ponte di Comando e gli fè varie domande e non so quale proposta di variare la rotta.
Alle domande Cafiero aveva risposto breve; ma all’udire un consiglio, non ebbe freno:
“ Guagliò, tu pienze a fa o principe, che a fa’ o Cummannante, ci penz’io.”
L’Ammiraglio LAURO tenne il Comando dell’Elettra fino al 1929, quando per incomprensioni con la seconda moglie di Marconi, scelse di lasciare la nave laboratorio. Questo fatto, fece optare per un equipaggio ligure e, fatalmente, man mano sostituì quello sorrentino. Ma Marconi volle, in molti modi dimostrare la propria riconoscenza ai marittimi nostrani, rilasciando a quasi tutti attestati di sevizio, foto con autografo (di cui uno è custodito dai famigliari del Comandante Luigi Cafiero in Via dei Cafiero,2) oltre a fornire solide raccomandazioni per sistemare anche con incarichi a terra diversi cittadini metesi.
UNA RARA IMMAGINE DI MARCONI CON L'EQUIPAGGIO SORRENTINO
post-Elettra, fu anche Sindaco del Comune di Sorrento.
MARCONI A PASSEGGIO CON L'AMM.LAUROTra i reperti “ storici” segnaliamo l’esposizione del SESTANTE dell’Ammiraglio LAURO, una dedica con autografo di MARCONI all’allora 1° Ufficiale Luigi CAFIERO di Meta, nonché un piccolo spezzone del relitto dell’ELETTRA, gentilmente concessi rispettivamente dagli eredi dell’Amm.Lauro, famiglia Cafiero e dal Cap. DM Bruno BALSAMO.
E’ stata comunque una manifestazione che è stata prodiga di soddisfazioni, anche alla luce di qualche commento dei visitatori che riproduciamo di seguito:
Ed infine, i ringraziamenti dell’Irganizzazione.
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